Lo sbiancamento dentale è una procedura odontoiatrica che permette di migliorare il colore dei denti, rendendoli più bianchi. A questo primo tipo di sbiancamento, cosiddetto “cosmetico”, si affiancano altri tipi di sbiancamenti utili per risolvere discromie dentali, anche severe, dovute a patologie sistemiche (per esempio la fluorosi, disordini ematici, etc) oppure agli esiti di terapie con alcuni tipi di antibiotici (ad esempio, le tetracicline).
I prodotti che vengono utilizzati a tal fine contengono principalmente perossido di idrogeno e perossido di carbammide, impiegati in varie concentrazioni a seconda della tecnica che si intende utilizzare e delle esigenze del paziente.
Metodiche di sbiancamento
Lo sbiancamento dentale può essere effettuato, previa visita e valutazione dell’odontoiatra, sia presso l’ambulatorio odontoiatrico sia in modo più autonomo dal paziente a casa.
Tecnica ambulatoriale
Con lo sbiancamento effettuato in ambulatorio, direttamente dal dentista o dall'igienista dentale, si possono sbiancare sia i denti vitali che i denti devitalizzati.
Sbiancamento di denti vitali: la tecnica che si esegue in ambulatorio prevede l’applicazione sui denti di perossido di idrogeno ad alta concentrazione (circa 40%) per circa un’ora, da ripetere 3 o 4 volte a distanza di una settimana. Questa tecnica può essere associata all’uso di lampade o laser che vanno a coadiuvare l’azione del gel.;
Sbiancamento di denti devitalizzati: in questo caso è necessario riaccedere alla camera pulpare del dente, praticando un foro sulla parete palatale del dente, in quanto il gel sbiancante va posizionato all’interno del dente stesso. Il clinico può decidere di lasciare in posa il gel per circa un’ora, per poi ripetere l’operazione a distanza di una settimana per altre 3-4 volte, oppure può lasciare il gel all’interno del dente e dimettere il paziente, per poi cambiare il gel a distanza di qualche giorno. Anche in questo caso, la pratica viene ripetuta 3-4- volte. Normalmente questa decisione viene presa in base alla gravità della discromia. Per lo sbiancamento di denti devitalizzati si utilizzano sia perossido di idrogeno che perossido di carbammide (la carbammide o diammide dell'acido carbonico, è anche nota come urea) in varie concentrazioni, in base alle esigenze di trattamento.
Possibili effetti collaterali
Lo sbiancamento dentale professionale attualmente è una pratica sicura per i pazienti, che non altera o rovina lo smalto dei denti ed inoltre permette una predicibilità di risultato molto elevata.
Perché avvenga tutto ciò ovviamente è necessaria una visita accurata da parte del dentista e l’uso di prodotti certificati. Nonostante ciò, i possibili effetti collaterali che si possono presentare sono ipersensibilità dentinale e lievi ustioni chimiche delle gengive.
L’effetto collaterale più comune è l’ipersensibilità dei denti soprattutto agli stimoli termici freddi. Tale sensibilità, che può essere più o meno lieve, è assolutamente reversibile nel giro di poche ore oppure, in pochissimi casi, nel giro di qualche giorno.
La sensibilità dovuta allo sbiancamento dentale può essere attenuata con l’applicazione topica di fluoro o di nitrato di potassio (i principi attivi dei desensibilizzanti che possono essere forniti dal dentista), utilizzando dentifrici desensibilizzanti ed evitando di assumere:
cibi troppo caldi o troppo freddi;
cibi o bevande ipertoniche (per esempio bibite molto zuccherate);
cibi o bevande eccessivamente acidi (bibite gasate, succhi di frutta, yogurt ecc).
Raccomandazioni
Durante il trattamento sbiancante sarebbe opportuno evitare l’assunzione di cibi e bevande particolarmente colorati come per esempio:
tè, caffè ecc;
fumo (sigarette, pipa), tabacco da masticare;
bevande e bibite colorate come coca-cola, vino, cocktail ecc;
salse e sughi;
verdure come carciofi, carote, pomodori ecc;;
frutta come fragole, frutti di bosco, marmellate ecc;
caramelle colorate, liquirizia;
collutori.
Tali raccomandazioni sarebbero auspicabili anche dopo la fine del trattamento, di modo da prolungare il più possibile i risultati ottenuti. Lo sbiancamento mediamente dura 3 anni. Tale durata è fortemente influenzata dalle abitudini alimentari, dall’igiene orale e dall’attenta esclusione di tutte le situazioni che possono favorire una precoce recidiva del colore
L'uso del Laser nello sbiancamento dentale
Acronimo dell’inglese "Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation", sono dispositivi in grado di emettere non solo radiazioni nel campo della luce visibile, ma anche radiazioni ultraviolette e infrarosse.
Queste particolari apparecchiature producono un fascio collimato di fotoni, omogeneo in lunghezza d’onda, e di potenza facilmente gestibile.
In funzione del fascio d’energia emessa, delle potenze che sono in grado di sviluppare e dei differenti accessori di cui sono dotati, esistono in commercio numerose apparecchiature Laser.
In odontoiatria il Laser viene utilizzato per molti interventi clinici, tra cui lo sbiancamento dentale: infatti le sostanze sbiancanti applicate sui denti e attivate con la luce laser, penetrano più in profondità nei tessuti, in modo da ottenere uno sbiancamento più efficace e duraturo rispetto ad altre tecniche, senza comunque causare allo smalto ed alla polpa dentaria danni da stress ossidativi.
Quanto tempo dura il risultato di uno sbiancamento?
Molto dipende dalle abitudini del paziente, ad esempio, se è un forte fumatore i risultati ottenuti saranno meno evidenti e meno duraturi nel tempo.
Il risultato, comunque, può essere valutato come semi-permanente, ma e’ normale avere un po’ di recidiva nel corso del tempo, per cui si consiglia di effettuare dei richiami annuali.
E' importante ricordare che l'igiene orale quotidiana è una parte fondamentale del mantenimento dei risultati ottenuti.
Il Nostro Studio
Lo studio De Angelis utilizza la tecnica laser per l'attivazione delle sostanze sbiancanti.